SCENARI ECONOMICI. La revisione del sistema pensionistico, un approccio equilibrato.

Pubblicato il 22 aprile 2023 alle ore 14:48

È interessante notare che il sistema pensionistico è un argomento di grande dibattito in molti paesi. La maggior parte delle proposte di economisti e politici riguarda la sua sostenibilità, si parla infatti di prolungare l’età pensionabile o di rivedere il sistema di calcolo della pensione. 

La mia proposta di rivedere il sistema, invece, ha a che fare con un aspetto spesso trascurato, vale a dire sulla sua natura. Il sistema pensionistico infatti altro non è che un’erogazione di servizi da parte dello Stato, alla pari di tutti gli altri servizi che lo Stato eroga, quali quello sanitario, oppure la difesa, la sicurezza interna eccetera.

Se guardiamo a questo aspetto allora diventa più facile rendersi conto che l'erogazione delle pensioni dovrebbe essere uguale per tutti, indipendentemente dai contributi versati che, invece, continuerebbero ad essere pagati in modo proporzionale al reddito prodotto..

 

 La riforma del sistema pensionistico nella forma delineata porterebbe una serie di benefici:

 

Solidarietà e redistribuzione della ricchezza: Uno dei principi fondamentali di un sistema pensionistico equo è la solidarietà tra generazioni e tra i diversi gruppi sociali. Con un'erogazione uniforme delle pensioni, i cittadini con redditi più elevati contribuirebbero maggiormente al sistema e riceverebbero lo stesso importo di pensione di coloro che hanno guadagnato di meno nel corso della loro vita lavorativa. Questo potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche tra le diverse fasce di reddito.

 

Semplificazione del sistema: Un sistema pensionistico con pensioni uguali per tutti potrebbe essere più semplice da gestire e da comprendere rispetto a uno basato su contributi proporzionali. Ciò potrebbe ridurre gli errori, gli sprechi e la burocrazia associati al calcolo delle pensioni individuali.

 

Incentivi al risparmio privato: Se le pensioni erogate dallo Stato fossero uguali per tutti, i cittadini con redditi più elevati potrebbero essere incentivati a risparmiare e investire di più per il proprio futuro, poiché la pensione statale non sarebbe proporzionale ai loro contributi. Ciò potrebbe portare a un aumento del risparmio privato e a una maggiore responsabilizzazione individuale nella gestione delle risorse per la pensione.

 

Tuttavia, ci sono anche alcune possibili critiche a questo approccio:

 

  1. percezione di ingiustizia
  2. sostenibilità finanziaria
  3. effetti nel mercato del lavoro

 

Percezione di ingiustizia: Per alcuni, l'idea di ricevere una pensione uguale a quella di chi ha contribuito di meno potrebbe essere percepita come ingiusta. I cittadini con redditi più elevati potrebbero sentirsi penalizzati per aver contribuito di più al sistema, mentre coloro che hanno guadagnato di meno potrebbero beneficiare di una pensione che supera i loro contributi effettivi.

 

L'obiezione a questo punto è abbastanza agevole,  è sufficiente sottolineare che il sistema pensionistico è un servizio pubblico e che l'erogazione delle pensioni dovrebbe essere basata su principi di equità e solidarietà, simili a quelli che regolano l'erogazione dei servizi sanitari.

 

Nel sistema sanitario tutti i cittadini ricevono le stesse prestazioni sanitarie, indipendentemente dal contributo che hanno versato al sistema sanitario. Questo perché la sanità, come la pensione, è un servizio pubblico che ha lo scopo di garantire l'accesso universale alle cure mediche, senza discriminazione. Non vi è pertanto motivo di fare distinzione tra, ad esempio, il sistema sanitario e il sistema pensionistico; quest'ultimo riguarda un'erogazione dello Stato per sostenere economicamente chi, ritirandosi dal lavoro, non ha altri mezzi di sussistenza e, al pari dei servizi sanitari nel quale le cure sono erogate indipendentemente dai contributi versati al sistema sanitario, cioè ricchi e poveri ricevono lo stesso trattamento, allora è giusto capire che anche le erogazioni pensionistiche non dovrebbero essere soggette a discriminazioni in base al reddito.

 

Ciò significa che la paura di discriminazione per i tessuti più alti, che vedrebbero ridurre la loro pensione, è giusta perché risponderebbe ad un principio di solidarietà. equità e proporzionalità. In questo modo, tutti i cittadini avrebbero accesso alle stesse prestazioni pensionistiche, indipendentemente dal reddito o dal tipo di lavoro svolto.



Effetti sul mercato del lavoro: Un sistema pensionistico con pensioni uguali per tutti potrebbe disincentivare alcuni lavoratori a cercare occupazioni più remunerative o a migliorare le proprie competenze, dato che non ci sarebbe un aumento proporzionale nella pensione ricevuta.

 

La mia obiezione a questa critica è che quanto dichiarato è tutto da dimostrare, anzi sono convinto che le persone, indipendentemente dal sistema pensionistico adottato, non muteranno i propri comportamenti perché essi sono poco influenzati da dinamiche di lungo periodo. 



Sostenibilità finanziaria: La sostenibilità del sistema pensionistico è una preoccupazione importante per molti paesi, soprattutto con l'invecchiamento della popolazione. Un sistema in cui le pensioni sono uguali per tutti potrebbe non essere finanziariamente sostenibile a lungo termine, a meno che non vengano introdotte altre misure per garantire un adeguato finanziamento del sistema.

 

Un buona idea potrebbe essere quella di garantire la sostenibilità finanziaria del nuovo sistema pensionistico attraverso l'attivazione delle pensioni  nei limiti dell'ammontare dei contributi pagati da tutti i cittadini, sarebbe secondo me un approccio possibile. 

In pratica, ciò significherebbe che il sistema pensionistico sarebbe finanziato esclusivamente attraverso i contributi versati dai lavoratori attivi, senza creare un deficit o un surplus. Questo metodo avrebbe il vantaggio di creare un equilibrio tra entrate e uscite; Per garantire che le pensioni siano finanziate esclusivamente attraverso i contributi dei cittadini, sarebbe necessario monitorare attentamente l'equilibrio tra entrate (contributi) e uscite (pensioni erogate). Se in un determinato anno i contributi raccolti fossero inferiori all'ammontare delle pensioni da erogare, potrebbe essere necessario:

 

  1. ridurre le pensioni o 
  2. aumentare i contributi  oppure
  3. nel caso in cui i contributi non fossero sufficienti a finanziare le pensioni, una possibile soluzione potrebbe essere quella di finanziare la differenza da parte dello stato, come già avviene oggi con le pensioni attuali. 

 

Quest'ultimo punto porta alla seguente obiezione:

 

Obiezione 1 “Nel lungo periodo i finanziamenti a deficit non sono un’opzione sostenibile. “

 

Confutare questa affermazione non è difficile. 

 

  1. intanto potrebbe essere possibile finanziare l’eventuale deficit pensionistico con una diversificazione del finanziamento.

Vale a dire che, per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, si potrebbe ricorrere ad altre fonti di finanziamento oltre ai contributi dei lavoratori. Ad esempio, si potrebbe considerare l'introduzione di una tassa sulla ricchezza, l'uso di fondi sovrani o la creazione di un fondo pensionistico nazionale che investa in diversi settori dell'economia per generare rendimenti sostenibili. in questo modo si potrebbe evitare il ricorso al deficit dello Stato.

 

  1. l’eventuale deficit tra entrate e uscite dell’INPS inoltre, non sarebbe un problema nuovo, quindi causato dal nuovo sistema pensionistico, infatti anche oggi l'INPS è in deficit, e lo Stato finanzia regolarmente l’INPS. In aggiunta, è bene sottolineare che il sistema pensionistico esistente è spesso in deficit, a causa dell'utilizzo dei contributi per finanziare anche altre erogazioni sociali. Se il nuovo sistema pensionistico prevedesse che i contributi fossero utilizzati solo per finanziare le pensioni, il rischio di deficit sarebbe certamente inferiore rispetto al sistema attuale.

 

Questo punto potrebbe allora sollevare la seguenti obiezioni:

 

Obiezione 2 “l'utilizzo dei contributi solo per finanziare le pensioni potrebbe comportare delle limitazioni nell'erogazione di altre prestazioni sociali. “

 

Obiezione 3 “Inoltre, la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico dipende anche dal tasso di occupazione, dall'inflazione, dal rendimento degli investimenti e da altri fattori che possono influire sulle entrate e sulle uscite del sistema.”



Per confutare la prima obiezione 1 è bene fare un salto mentale e comprendere che i contributi non esistono come tali, sono cioè semplicemente tasse che finiscono nella casse dello Stato che le usa per finanziare la spesa pubblica, niente più niente meno. Una volta capito questo aspetto allora diventa facile comprendere che, una volta che lo Stato ha incassato le tasse da parte dei cittadini, e tra queste tasse i cosiddetti contributi previdenziali, il governo in carica ha la prerogativa di decidere, nell’ambito delle proprie scelte economiche, come allocare tali risorse tra i vari comparti dello Stato. Si tratta cioè di una semplice scelta di allocazione delle risorse, 

 

per quanto riguarda l’altra obiezione, coloro i quali la sostengono avanzano le seguenti giustificazioni:

 

Adattabilità alle fluttuazioni economiche: Un sistema che si basa esclusivamente sui contributi dei lavoratori per finanziare le pensioni potrebbe essere sensibile alle fluttuazioni economiche. Durante periodi di bassa occupazione o di stagnazione economica, i contributi potrebbero diminuire, mettendo a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico. 

 

Si può facilmente confutare questa osservazione rispondendo che:

 

  1. Per far fronte a queste sfide, potrebbe essere necessario introdurre meccanismi di adeguamento automatico per bilanciare le entrate e le uscite del sistema. saremmo nuovamente nella discussione affrontata precedentemente quando abbiamo discusso all’obiezione alla sostenibilità finanziaria nel lungo periodo;
  2. la suscettibilità alle fluttuazioni economiche vale tanto per questo sistema pensionistico che per quello attuale, infatti, una recessione economica che comporti una riduzione del numero dei lavoratori  causerebbe una riduzione dei contributi versati indipendentemente dal sistema pensionistico adottato.

 

Invecchiamento della popolazione: La crescente longevità e l'invecchiamento della popolazione rappresentano una sfida importante per la sostenibilità dei sistemi pensionistici. Se il numero di pensionati aumenta rispetto al numero di lavoratori attivi, il finanziamento delle pensioni attraverso i soli contributi potrebbe non essere sufficiente per garantire pensioni adeguate a tutti. In questo caso, potrebbe essere necessario esaminare altre fonti di finanziamento o rivedere l'età pensionabile.

 

Si può facilmente confutare questa obiezione esattamente come abbiamo fatto nella precedente, infatti, l'invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida per tutti i sistemi pensionistici, sia quelli esistenti che quelli proposti. L'aumento dell'aspettativa di vita e il calo della fertilità hanno portato ad un invecchiamento della popolazione in molti paesi del mondo, con una proporzione sempre maggiore di persone anziane rispetto alla popolazione totale. Questo ha un impatto significativo sulla sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici, poiché ci sono sempre meno lavoratori attivi che contribuiscono al finanziamento delle pensioni per un numero sempre maggiore di persone anziane. ma il problema non cambia in base al sistema utilizzato, si tratta di una variabile esogena.

 

le soluzioni a questo problema sono le stesse sia per l’attuale sistema pensionistico sia per quello proposto, cioè:

 

  1. Adeguamento dell'età pensionabile: Un modo per affrontare il problema dell'invecchiamento della popolazione è adeguare l'età pensionabile in base all'aspettativa di vita. Aumentando l'età pensionabile, si ridurrebbe il numero di anni in cui una persona riceve la pensione e si incentiverebbe i lavoratori a rimanere attivi nel mercato del lavoro per un periodo più lungo, contribuendo così al finanziamento del sistema.

 

  1. Incentivazione del risparmio privato e previdenza complementare: Per garantire un reddito adeguato durante la pensione, si potrebbe incoraggiare il risparmio privato e la previdenza complementare attraverso incentivi fiscali e campagne di sensibilizzazione. Questo potrebbe aiutare a ridurre la dipendenza dalle pensioni pubbliche e garantire una maggiore sostenibilità finanziaria del sistema nel lungo termine.

 

  1. Promozione dell'occupazione e della produttività: La sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico è strettamente legata alla salute dell'economia e al livello di occupazione. Promuovere politiche che favoriscano l'occupazione, l'innovazione e la produttività può contribuire a garantire un flusso costante di contributi al sistema pensionistico.

 

  1. Revisione periodica del sistema pensionistico: Per garantire che il sistema pensionistico sia sostenibile e risponda alle esigenze dei cittadini, potrebbe essere utile prevedere una revisione periodica delle sue regole e modalità di finanziamento. Questo potrebbe permettere di apportare aggiustamenti tempestivi in risposta a cambiamenti demografici, economici o sociali.

 

Il vero ostacolo al cambio di paradigma pensionato secondo me è legale, la costituzione prevede infatti che i diritti acquisiti non possono essere tolti. Ha ragione chi sottolinea l'importanza del principio dei diritti acquisiti nella Costituzione italiana e il suo impatto sulle riforme del sistema pensionistico. In effetti, il principio dei diritti acquisiti implica che i lavoratori che hanno maturato il diritto alla pensione secondo le regole del vecchio sistema non possono essere penalizzati dalla transizione al nuovo sistema.

 

Tuttavia, ci potrebbe essere una soluzione ibrida che permette ai lavoratori di accumulare diritti alla pensione in base alle nuove regole del sistema, mentre la parte della pensione già acquisita secondo il vecchio sistema verrebbe mantenuta. Questo potrebbe aiutare ad incentivare la transizione al nuovo sistema pensionistico senza penalizzare i lavoratori che hanno maturato il diritto alla pensione secondo il vecchio sistema e senza andare contro i dettami della costituzione..

 

Inoltre, i lavoratori che ancora non hanno ricevuto la pensione sono quelli che maggiormente possono beneficiare di un nuovo sistema pensionistico basato su una maggiore equità e solidarietà tra le persone. Nel nuovo sistema, i futuri contributi versati dai lavoratori sarebbero utilizzati per finanziare l'erogazione di pensioni uguali per tutti, indipendentemente dal reddito o dal tipo di lavoro svolto.



Conclusioni 

 

In sintesi, il sistema pensionistico attuale è insostenibile nel lungo termine e richiede un cambiamento di paradigma per garantire un reddito adeguato ai pensionati e la sostenibilità finanziaria del sistema. Un sistema pensionistico basato sull'uguaglianza delle pensioni potrebbe essere una soluzione, ma deve essere equo e bilanciato con la sostenibilità finanziaria del sistema e con il rispetto dei diritti acquisiti dei lavoratori che hanno versato contributi secondo le regole del vecchio sistema.

 

L'invecchiamento della popolazione rappresenta una delle principali sfide per i sistemi pensionistici in molti paesi del mondo, tra cui l'Italia. Il sistema pensionistico attuale in Italia è basato sul contributivo, con il principio dei diritti acquisiti che garantisce ai lavoratori il mantenimento del diritto alla pensione secondo le regole esistenti.

 

Tuttavia, molti esperti tra cui il sottoscritto, concordano sul fatto che il sistema pensionistico attuale non è sostenibile nel lungo termine e che sia necessario un cambiamento di paradigma per garantire un reddito adeguato ai pensionati e la sostenibilità finanziaria del sistema.

 

Un possibile sistema pensionistico alternativo potrebbe prevedere un'erogazione di pensioni uguale per tutti, indipendentemente dal reddito o dal tipo di lavoro svolto. In questo modo, tutti i cittadini avrebbero accesso alle stesse prestazioni pensionistiche, senza discriminazioni o differenze basate sulla quantità di contributi versati.

 

Tuttavia, è importante sottolineare che la transizione a un nuovo sistema pensionistico deve essere equa e bilanciata con la sostenibilità finanziaria del sistema. Ciò significa che i lavoratori che hanno già versato contributi secondo le regole del vecchio sistema non dovrebbero essere penalizzati dalla transizione al nuovo sistema.

 

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di introdurre un sistema pensionistico ibrido, in cui i contributi versati dai lavoratori dopo l'adozione del nuovo sistema vanno a costituire una pensione uguale per tutti, mentre la parte della pensione già acquisita secondo il vecchio sistema verrebbe mantenuta.

 

Inoltre, la diversificazione del finanziamento del sistema pensionistico attraverso l'uso di tasse sulla ricchezza o l'investimento di fondi sovrani potrebbe aiutare a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema e a mitigare gli effetti delle fluttuazioni economiche.

 

Alcuni problemi che devono essere considerati in ogni sistema pensionistico includono l'equilibrio tra entrate e uscite, le fluttuazioni economiche, la solidarietà intergenerazionale e l'invecchiamento della popolazione. Mentre questi problemi sono comuni a tutti i sistemi pensionistici, ci sono soluzioni creative che possono essere adottate per affrontarli.

 

Infine, è importante tenere presente che la discussione sulla riforma del sistema pensionistico deve coinvolgere tutte le parti interessate, compresi i sindacati, i partiti politici e le organizzazioni di pensionati. Solo attraverso un'ampia consultazione e un'analisi attenta delle implicazioni di ogni scelta, sarà possibile adottare un sistema pensionistico equo e sostenibile per il futuro.


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